L’installazione di una sonda geotermica verticale comporta necessariamente delle verifiche in corso d’opera che ne attestino la tenuta e quindi il suo funzionamento a lungo termine, a maggior ragione una volta poi connessa alla pompa di calore.
Essendo la sonda un manufatto installato nel terreno e successivamente cementato, non può permettersi un eventuale malfunzionamento durante l’esercizio a regime in quanto è impossibile da ripristinare, quindi irrecuperabile.
La prima verifica da effettuare durante la perforazione, consiste nell’analisi dei detriti di perforazione (cuttings) al fine di ricostruire la stratigrafia effettiva del sottosuolo, e verificare la rispondenza con quanto ipotizzato in prima istanza. La verifica in corso d’opera del dimensionamento preliminare è fondamentale, soprattutto per campi che prevedono l’installazione di molte sonde, al fine di definire con precisione la resa totale del campo sonde.
La seconda verifica è sulle modalità di cementazione: la miscela, con particolari caratteristiche di conducibilità termica, insolubilità, elasticità e resistenza, ha solitamente la seguente composizione: per 1.000 L di iniezione, occorrono 150 kg di bentonite, 200 kg di cemento e 900 kg d’acqua con un peso specifico di 1.200 kg/m3 e un fattore di conducibilità idraulica pari a 5x10-8 m/s.
Ulteriori verifiche devono essere effettuate sulle sonde una volta messe in opera, ovvero una volta installate nel terreno e cementate.
Tali verifiche servono per stabilire la corretta circolazione del fluido all’interno della sonda e la tenuta della stessa e consistono nella:
- prova di flusso che va effettuata mantenendo un flusso d’acqua costante all’interno di ogni sonda per un certo periodo.
- prova di pressione che va effettuata, successivamente al completo indurimento della miscela cementizia, ad almeno 6 bar di pressione, per un periodo minimo di 3 ore per ogni sonda.